Un argomento di grande attualità, soprattutto dopo gli eventi degli ultimi due mesi. Gli infortuni nel mondo del calcio sono aumentati in maniera esponenziale. Motivo? Sicuramente il calcio è diventato un sport molto più fisico e l’aumentare delle partite e delle competizioni aumenta il rischio per gli atleti. Ma perdendo tutti questi campioni, vale veramente la pena guardare le partite?
Calcio, gli ultimi infortuni: quanti campioni
Solo nell’ultimo weekend ci sono stati due infortuni gravissimi. Duvan Zapata si è procurato la lesione del legamento crociato e del menisco. Un infortunio che ha compromesso il resto della stagione, ma che a 33 anni ed una struttura fisica imponente ne mette a rischio anche il resto della carriera. Il colombiano era uno degli attaccanti protagonisti della Serie A ed il Torino adesso farà sicuramente difficoltà dopo un avvio di stagione promettente con Vanoli in panchina.
Un altro infortunio serissimo è quello rimediato dal campione del Real Madrid, Carvajal. Anche per lui, protagonista dell’ultima finale di Champions League con il gol decisivo, una grave lesione al crociato che lo metterà KO per il resto del campionato.
Purtroppo non sono gli unici: perché nelle scorse settimane la stessa sorte è toccata al portiere del Barcellona, Ter Stegen e al fenomeno del Manchester City, Rodri. Tutti calciatori che negli scorsi mesi avevano lanciato l’allarme, si sta giocando troppo. Anche la Juventus ha perso Bremer, uno dei difensori più forti del mondo.
Si gioca troppo, l’allarme dei calciatori
Proprio uno di questi calciatori, Rodri, aveva lanciato un serio allarme proprio poco prima del suo grave infortunio: “Quaranta, cinquanta partite è il numero in cui un giocatore può esibirsi al massimo livello. Dopo di che si scende perchè è impossibile mantenere la condizione fisica. Quest’anno forse arriveremo a farne 70 o forse 80. A mio modesto parere, penso che sia troppo. Qualcuno dovrebbe tutelarci perchè siamo i protagonisti di questo sport, o business come lo si vuole chiamare. Non riguarda i soldi, ma la qualità dello spettacolo. Secondo me quando non sono stanco rendo meglio. Se la gente vuole vedere un calcio migliore, allora dobbiamo riposare“.
Quante partite di calcio si giocano in un anno?
Il sindacato mondiale dei calciatori professionisti, FIFPRO, ha stabilito con un report che effettivamente si gioca troppo, tanto da violare gli standard internazionale i sicurezza. Secondo i dati che emergono dal report, con oltre 1.500 giocatori monitorati, nel 54% dei casi si parla di un carico di lavoro eccessivo. Quasi un terzo dei calciatori analizzati parteciperebbe a più di 55 partite nel corso della stagione, in molti casi con sequenze di almeno sei settimane consecutive di partite. A pesare, il calendario internazionale: il 30 per cento delle partite riguardanti i giocatori con un carico eccessivo deriverebbe proprio dagli incontri internazionali.
Nel report viene citato Julian Alvarez, oggi all’Atletico Madrid, ma lo scorso anno in forza al Manchester City. Tra il 2023 e il 2024 ha preso parte a 83 convocazioni, con 75 partite disputate. Takumi Minamino, attaccante giapponese del Monaco, ha potuto beneficiare di un solo giorno di riposo, dopo l’ultimo impegno in Coppa d’Asia con la sua nazionale e prima della ripresa delle attività con il club di Ligue 1. Cristian Romero, difensore di Tottenham e Argentina, ha viaggiato per motivi professionali per oltre 162.000 chilometri, con diversi spostamenti attraverso vari fusi orari.
Quest’anno questo dato dovrebbe addirittura aumentare con il nuovo format della Champions League: si giocano, infatti, due partite in più nella fase a gironi unica. E all’orizzonte c’è anche il Mondiale per club nel mese di giugno. Con altre 7 partite per le squadre che raggiungeranno la finale. Si potrebbe arrivare, dunque, a giocare tra le 80 e le 90 partite per un calciatore di un club che raggiunge tutti i suoi obiettivo. Un numero decisamente folle.